RICERCA

L’innovazione della tecnica SuperAdobe e il carattere creativo dell’architettura in terra generano le condizioni che sollecitano la nostra curiosità e il nostro senso dell’osservazione. Il prestare attenzione a cosa, come e dove si costruisce stimola continuamente nuove soluzioni, è un processo continuo che abbraccia e interseca diversi aspetti del costruire.

Uno dei campi di studio di Vide Terra investiga l’adattamento della tecnica SuperAdobe nei diversi contesti climatici e sociali. Un tema che è stato investigato negli ultimi anni è quello delle soluzioni naturali per la protezione dell’acqua delle strutture. Le soluzioni scelte favoriscono l’uso di materiali locali e preferibilmente l’utilizzo di risorse presenti in abbondanza o in eccesso.

Le varie forme di tetti e coperture forniscono in generale un’eccellente protezione all’acqua delle murature aggiungendo al contempo una forma di isolamento alla struttura. Per le strutture a cupola però le coperture devono essere adattate alla peculiarità della forma della struttura. I progetti che seguono investigano appunto la possibilità di proteggere le cupole in terra attraverso materiali vegetali utilizzando i principi della tecnica millenaria del

thatching

ovvero l’arte della creazione di coperture in paglia o altre piante simili.

arundo donax
e cannuccia di palustre

La nostra prima prova di thatching è stata attraverso l’utilizzo combinato dell’Arundo Donax (ovvero la classica canna mediterranea) e della Phragmites Australis (ovvero della cannuccia palustre) le quali erano abbondanti nella zona di realizzazione.

Le fasi preparative si sono concentrate nella predisposizione di sistemi di ancoraggio coerenti con il superadobe e adatti al fissaggio del materiale vegetale sulla cupola. Utilizzando le peculiarità costruttive della cupola, ovvero la composizione per file di sacco battuto che generano la geometria voltata, dei tubi dal piccolo di diametro sono stati inseriti tra le file di sacco. I tubi hanno acconsentito, successivamente alla chiusura della cupola, l’inserimento di fili metallici attraverso la cupola, questi sono serviti a legare una barra orizzontale circolare la cui funzione è di pressare il materiale vegetale contro il muro, bloccandolo.
Un primo strato di Arundo Donax è stato fissato a metà dell’altezza della struttura per incrementare il volume e regolare la pendenza. Queste canne sono successivamente state coperte da uno strato di cannuccia palustre, le cannuccie sono poi state tagliate alla base per ottenere la geometria voluta e avere un distacco da terra

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ginestra

Il secondo progetto di ricerca è consistito nella sperimentazione di una copertura di ginestra (Cytisus scoparius) su una cupola in superadobe. Per questo progetto Vide Terra ha collaborato con uno dei massimi esperti dell’arte del thatching, il Master Thatcher Alan Jones dal Galles. La scelta del tipo di pianta da utilizzare è stata dettata dall’osservazione del terreno sul quale il progetto di ricerca si è svolto, ovvero una zona premontana in Calabria. Il terreno in questione dove non coperto da querce è largamente dominato dalla ginestra, una pianta che viene considerata “invasiva”. La pianta è stata semplicemente raccolta e utilizzata come copertura.

Le fasi preparative per l’applicazione della ginestra sono state leggermente diverse da quelle menzionate nel progetto di ricerca precedente. Il sistema di ancoraggio utilizzato si è rilevato più semplice e performante rispetto al progetto precedente. Durante la costruzione della cupola sono stati legati dei fili metallici ad alta resistenza al filo spinato costituente l’elemento tensile del muro (il posizionamento del filo spinato è una regola costruttiva del superadobe/earthbag). I fili metallici sono stati lasciati pendere all’esterno del muro e hanno avuto la funzione di ancoraggio. Legando i fili alla barra circolare di fissaggio è stato possibile pressare la barra contro il muro della cupola e quindi bloccare la ginestra tra la barra è il muro.
Due strati di ginestra sono stati sufficienti per garantire una perfetta tenuta all’acqua. La parte sommitale della cupola però ha necessitato di un “cappello” di terra e calce.
Dopo due anni di esposizione in condizioni climatiche intense di una zona premontana soggetta a forti venti, neve e molta pioggia, e senza nessun tipo di intervento manutentivo, la ginestra si è seccata, prendendo una colorazione grigia, ma il tetto ha tenuto bene e non vi sono stati infiltrazioni d’acqua. In una seconda fase si è applicato un intonaco di cocciopesto nelle parti di muro inferiori non coperte dalla ginestra.


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